Ortodonzia e Ortopedia Maxillo-facciale:
L’ortodonzia è la specialità medica che si dedica allo studio e alla terapia delle anomalie di sviluppo e di posizionamento della dentatura, delle ossa della faccia e della muscolatura annessa.; l’ortopedia maxillo-facciale è la branca dell’ortodonzia che si occupa della diagnosi e della terapia delle malocclusioni di tipo scheletrico.
Denti dritti ed un sorriso accattivante sono oggi il miglior biglietto da visita nelle relazioni sociali. Un bel sorriso è simbolo di giovinezza, successo, dinamismo e rinforza l'autostima.
L’ortodonzia ha pertanto l’obiettivo di ottenere un’OCCLUSIONE IDEALE IN UN VISO ARMONICO, correggendo l’allineamento dei denti in base all’estetica, alla funzione masticatoria e a quella fonetica.
Per occlusione ideale si intende la migliore intercuspidazione (relazione)possibile tra i denti dell’arcata inferiore alloggiati nella mandibola e quelli dell’arcata superiore che si trovano nell’osso mascellare,in modo da consentire una corretta funzione masticatoria,fonatoria ed estetica.
Il contatto tra i denti è molto importante anche come fattore equilibrante di tutto il corpo perché, insieme al contatto plantare è un elemento fondamentale di una buona postura scheletrica e neuro-muscolare.
Definiamo invece come MALOCCLUSIONE il complesso delle alterazioni scheletriche,muscolari e dentarie che non garantiscono il buon funzionamento dell’apparato stomatognatico.
Possiamo definire tre classi di crescita delle ossa del volto: la classe I, la classe II e la classe III.
- CLASSE I: Siamo in presenza di armonia di sviluppo, il primo molare inferiore è posizionato mesialmente al primo molare superiore e il profilo è regolare e rettilineo.
- CLASSE II: Il mascellare cresce più velocemente della mandibola che spesso rimane indietro, più corta e ruotata posteriormente, il primo molare inferiore è posizionato distalmente al primo molare superiore e il profilo facciale è tendenzialmente convesso.
- CLASSE III: Il mascellare superiore non si sviluppa verso l’avanti in maniera proporzionale allo sviluppo della mandibola che risulta più lunga con il mento sporgente, il primo molare inferiore è posizionato troppo mesialmente rispetto al primo molare superiore e il profilo facciale è generalmente concavo. La posizione del mascellare superiore e della mandibola condiziona la posizione dei denti ed i rapporti tra le due arcate.
Quando il profilo è armonico e regolare(classe I) possono esistere posizioni dentarie non corrette dovute spesso a mancanza di spazio per l’allineamento di tutti i denti. La forma e le dimensioni dei denti permanenti possono non trovare il miglior alloggiamento lungo le arcate dentarie,causando affollamento e producendo un’occlusione irregolare.
Nei casi di profilo convesso(classe II)spesso le arcate non sono congruenti fra di loro. I denti dell’arcata superiore sono posizionati più in avanti e gli incisivi superiori non contattano gli antagonisti inferiori. La posizione troppo avanzata degli incisivi superiori con il tipico aspetto da “coniglietto”richiama l’attenzione dei genitori.
Nei casi di profilo concavo (classeIII) l’arcata dentaria superiore risulta più arretrata rispetto all’arcata antagonista. Il mancato supporto dentario condiziona il profilo del labbro superiore che appare più assottigliato e arretrato.
Ogni età può essere quella giusta per risolvere un problema ortodontico, ma già in età infantile possono essere presenti, o comunque prevedibili ed intercettabili, eventuali malocclusioni dei denti.
Una prima visita ortodontica specialistica è consigliabile tra i 4 e i 6 anni di età.
Una crescita irregolare o lenta delle basi ossee può essere modulata se” intercettata” precocemente e trattata più efficacemente durante questo periodo della crescita.
In tutti quei pazienti nei quali si è stabilita una reale indicazione si possono avere grandi benefici da un trattamento precoce,in età compresa fra i 5 e gli 8 anni,dando molte opportunità di consentire la successiva ripresa di una evoluzione armonica delle basi ossee e della dentatura permanente. Alcune malocclusioni traggono il massimo beneficio da un trattamento durante il periodo di maggior crescita,fra i 9 e i 13 anni. In questo momento in cui l’organismo vive il picco della crescita,interventi mirati con apparecchiature specifiche per ogni singolo caso possono migliorare i rapporti scheletrici e dentali,riportando il bambino entro schemi di crescita più armonici.
Avere denti dritti è importante per evitare l’insorgenza di alcune patologie:
Carie e malattie gengivali. Denti storti formano degli anfratti difficilmente pulibili con l’igiene orale quotidiana: in queste nicchie si deposita placca e si accumula tartaro. Di conseguenza aumenta notevolmente il rischio di carie e malattia parodontale rispetto a denti dritti.
Malocclusioni e masticazione scorretta
La malocclusione compromette la masticazione e, a causa del sovraccarico, può danneggiare i denti (abrasione, mobilità) e le articolazioni temporo-mandibolari. Il carico errato dei muscoli masticatori e delle articolazioni temporo-mandibolari può portare a dolori facciali, mal di testa, ronzii, nonché tensioni muscolari e difetti posturali a livello della colonna vertebrale (Sindromi discendenti).
Obiettivi
La buona riuscita dei trattamenti ortodontici dipende, oltre che da una corretta diagnosi e dalla scelta di una terapia adeguata, da tanti altri fattori tra cui ricordiamo:
- la collaborazione del paziente nel seguire le istruzioni consigliate dal clinico,
- una scrupolosa igiene orale,
- la costanza nel presentarsi agli appuntamenti,
- la risposta individuale dei tessuti ossei, gengivali, dentali che è molto differente da individuo a individuo.
Ogni piano di cura ortodontica deve essere personalizzato, considerando una moltitudine di fattori che guideranno lo specialista nella scelta della terapia più adatta al caso in oggetto. Per tale motivo risulta essenziale seguire un iter diagnostico preliminare che prevede l’esecuzione di alcune indagini, necessarie spesso anche nei casi apparentemente più semplici.
L’iter diagnostico ortodontico:
- Prima visita dettagliata
- Impronte per modelli di studio (copia in gesso delle arcate dentarie)
- Esami radiografici (per valutare i rapporti delle ossa mascellari con analisi cefalometrica, previsione di crescita e visualizzazione degli obiettivi di trattamento VTO)
- Fotografie (per approfondire le implicazioni estetiche del trattamento)
Gnatologia
La gnatologia è quella parte della Odontoiatria che studia i rapporti e le funzioni tra mascellari, denti, articolazione temporo-mandibolare, muscoli e il sistema nervoso. L'ATM, acronimo di articolazione temporo-mandibolare, articola l'osso mandibolare con l'osso temporale e in particolare connette il condilo mandibolare con la fossa glenoidea del temporale interponendo fra loro un menisco.
Disordini Temporo-Mandibolari (DTM)
Il termine disordini temporo-mandibolari (DTM) racchiude una varietà di situazioni che coinvolgono i muscoli della masticazione e l’articolazione temporomandibolare (ATM), nonché le strutture associate. Il sintomo più frequente associato ai DTM è il dolore localizzato ai muscoli della masticazione, ma il dolore può essere presente anche nella zona dell'orecchio (al davanti), e/o delle articolazioni temporo-mandibolari (ATM). Tra tutte le patologie evidenziabili nel settore odontoiatrico, senza dubbio la patologia a carico dell'articolazione temporo -mandibolare (ATM) risulta essere una delle più complesse. Moltissimi casi di deficit articolari spesso si confondono in un complesso quadro sintomatologico, ben lontano talvolta dalla localizzazione dell'ATM, divenendo di difficile interpretazione ed associazione con la fonte primaria del disagio.
Fattori causali
Microtraumi prolungati (precontatti dentari), malocclusioni, traumi, "colpo di frusta", alterazioni della postura, abitudini viziate, sono fra le cause più frequenti delle disfunzioni dell'ATM; tali fattori causali possono portare ad un incoordinamento condilo-meniscale, originando sintomatologie dolorose con o senza “CLICK” ( Rumori durante il movimento di apertura e/o chiusura della bocca) articolari, sino anche ad episodi di blocco, il cosiddetto "LOCK" (blocco dell’articolazione che impedisce una normale funzione dell’organo)
della mandibola. Altre cause di disfunzione dell'ATM sono, lo stress, sia fisico che psichico, serramento o digrignano dei denti durante la notte; ciò può portare all'affaticamento dei muscoli mandibolari e indurre dolore non sempre necessariamente localizzato in modo preciso nell’articolazione.
Sintomi
Una varietà di sintomi può essere legata ai disordini dell'ATM. Il dolore, in particolare ai muscoli masticatori, e/o all'articolazione stessa, è il sintomo più comune. Altri possibili sintomi sono:
- Limitazioni dei movimenti o "lock" della mandibola
- Dolore irradiato alla faccia, collo o spalle
- Click dolorosi, rumori articolari di scroscio aprendo e chiudendo la bocca
- Improvviso cambiamento dell'occlusione dentaria
- Acufeni
- Vertigini;
- Cefalea e mal di testa;
- Dolore diffuso ai muscoli facciali;
- Difficoltà nella deglutizione;
- Difficoltà nella masticazione;
- Difficoltà nella fonazione;
- Problemi digestivi dovuti ai cibi ingeriti non correttamente masticati;
- Dolore alle orecchie e avvertimento di suoni inesistenti;
- Problemi posturali;
- Aumento dello stress e del nervosismo dovuto ai dolori continui.
Diagnosi
Sintomi come mal di testa, dolori alle orecchie, vertigini e problemi di udito possono a volte essere legati ai disordini dell'ATM. Essendo le cause e i sintomi dei disordini dell'ATM poco chiari, la diagnosi di questi problemi può a volte essere indaginosa. Attualmente, non c'è un test standard per identificare inequivocabilmente i disordini dell'ATM. Tuttavia, in circa il 90% dei casi la descrizione e la storia dei sintomi del paziente, combinate ,con un semplice esame della faccia e della mandibola, forniscono informazioni. sufficienti per diagnosticare questi problemi. L'esame include la palpazione dei muscoli masticatori e l'ascultazione dei rumori articolari; deve anche essere valutata la funzionalità mandibolare, misurando i movimenti di apertura e di lateralità della mandibola. Il sintomo dolore, se presente, deve essere quantificato dal paziente con l'uso di una scala graduata, detta VAS (Visual Analogue Scale). Tali valori di funzionalità e di intensità di dolore serviranno anche durante il trattamento, per valutare l'efficacia dell'orientamento terapeutico scelto. Potranno inoltre essere richiesti alcuni esami radiografici, come l'ortopantomografia delle arcate dentarie la TAC, la stratigrafia delle due articolazioni temporo mandibolari, o la risonanza magnetica delle stesse. Altri esami, come l'elettromiografia e la miokinesiografia, valutano la tensione muscolare e i movimenti mandibolari.
Terapia
Il trattamento dei disordini dell'ATM è, quasi nella totalità dei casi, non invasivo, se il disturbo è lieve, la terapia può consistere solo in piccoli accorgimenti che il paziente può mettere in atto da solo : evitare i movimenti estremi della mandibola (sbadigli, ecc..), mangiare cibi di consistenza soffice, evitare le abitudini viziate, evitare sbalzi termici, applicare impacchi caldo-umidi, praticare esercizi di fisiokinesiterapia.
A volte può essere di supporto una terapia volta a ridurre lo stress, o l'imparare tecniche di autorilassamento.
Il medico può prendere in considerazione di applicare un dispositivo orale ,il BIOTEMPLATE, un apparecchio ortopedico in resina posizionato sull’arcata inferiore che ha la funzione di modificare il combaciamento delle due arcate senza modificare i denti e la loro disposizione. Lo scopo del Biotemplate è quello di agire sulla funzione neuro-muscolare al fine di trovare una corretta posizione mandibolare ed eliminare così il dolore, per cui va tenuto in bocca sempre, anche durante la masticazione, e rimosso solo per effettuare le manovre di igiene e sempre avendo cura di non chiudere la bocca completamente
Tutte queste terapie possono essere completate da interventi per migliorare l'occlusione dei denti, dove questa si dimostrasse carente, integrando quindi restauri protesici, terapie ortodontiche o molaggio di alcuni denti.
Bruxismo
Sempre più spesso si sente parlare di persone affette da bruxismo, ovvero il digrignamento involontario dei denti che si presenta nella maggior parte dei casi la notte durante le prime fasi del sonno ma che, soprattutto in condizioni di stress psico-fisico, può presentarsi anche durante la giornata. Il digrignamento dei denti può essere di diversa durata ed intensità. In gnatologia clinica il bruxismo è definito una parafunzione, ovvero un movimento che non è finalizzato a nessuno scopo. Sono in corso numerosi studi per identificare una causa certa del bruxismo, da una parte vi è molto probabilmente un fattore psicologico, dall’altro la causa principale sembra essere sicuramente un non corretto allineamento delle arcate dentarie. Normalmente, in condizioni di riposo, le due arcate dentali non vengono in contatto tra loro, vi è un piccolo spazio di qualche millimetro che le divide, nei casi di malocclusioni, invece, questo spazio viene a mancare e durante il sonno le arcate dentali sono sempre a contatto tra di loro scatenando il digrignamento dei denti. Il paziente bruxista riferirà, quindi, di un affaticamento alla mandibola specialmente al risveglio, insieme ad altri sintomi tipici dei problemi gnatologici (mal di testa, dolori alle orecchie, click della mandibola).
Il bruxismo non è un problema da sottovalutare, bisogna rivolgersi il prima possibile ad uno "gnatologo", infatti il digrignamento dei denti può avere importanti conseguenze portando ad un livellamento dei denti con possibile esposizione della dentina, danni a carico gengivale e piorrea oltre a provocare alterazioni a carico dell’articolazione temporo-mandibolare con conseguenti disordini cranio cervico mandibolari. La soluzione che propone lo specialista durante la visita gnatologica è in questo caso il bite, un dispositivo mobile di resina che viene progettato sul calco del paziente in modo da far muovere la mandibola in modo libero (isotonico) e favorendo la decontratturazione delle fasce muscolari coinvolte. Non esiste un bite uguale per tutti, è importante che sia lo specialista in gnatologia a decidere quale sia la forma e il materiale migliore da utilizzare in base alla situazione clinica. Il paziente indossa il bite durante la notte e nella maggior parte dei casi già dopo pochi giorni si osserva un miglioramento dei sintomi ed una qualità del sonno migliore. Con il passare del tempo il bite dovrà essere modificato dallo gnatologo per adattarsi ai cambiamenti ed essere sempre funzionale.
Tipi di trattamento di Ortodonzia
Come detto in precedenza la terapia può mirare alla correzione della posizione dei denti o delle basi ossee. Spesso i trattamenti ortodontici sono il risultato della combinazione di entrambe le procedure. Per questo motivo spesso, nei casi in cui una occlusione non corretta sia associata ad un scorretto rapporto delle ossa mascellari sarà necessario ricorrere ad una terapia in più fasi.
Ciò accade più frequentemente nei pazienti in crescita nei quali si può agire sulla direzione di sviluppo delle ossa, sul riequilibrio dei muscoli masticatori e sugli squilibri della deglutizione: ortopedia dei mascellari, ortodonzia funzionale, terapia miofunzionale.
Nel nostro studio tutte queste terapie vengono eseguite, previa accurata diagnosi, da sole o combinate a seconda dei casi:
Ortodonzia propriamente detta
Lo scopo può essere quello di rifinire l’estetica del sorriso, di favorire la discesa in arcata di denti che sono rimasti intrappolati nell’osso, di spostare i denti per consentire l’inserimento di denti protesici nel caso di denti permanenti mancanti poiché mai formatisi (agenesia), o a causa di estrazioni.
Ortopedia dei mascellari
Prevede l’utilizzo di apparecchi che intervengono sulla crescita ossea dei mascellari applicando delle forze ortopediche. Questi apparecchi hanno spesso dei punti di appoggio esterni alla bocca. È il caso delle cuffiette per trazioni ortopediche o delle maschere con appoggio al mento ed alla fronte. Questi apparecchi, nonostante possano erroneamente richiamare un’ortodonzia del passato, in alcune situazioni si rivelano utili ed efficaci. Essi inoltre vengono utilizzati solo quando si è in casa e dunque non influiscono minimamente sulla vita di relazione dei piccoli pazienti. Un altro esempio di apparecchio ortopedico è l’espansore rapido del palato. Un apparecchio fisso intraorale che consente l’allargamento del mascellare superiore.
Ortodonzia funzionale
Consiste nella modifica dell’occlusione avvalendosi della contrazione dei muscoli masticatori stimolata dall’uso di apparecchi rimovibili. Questi apparecchi vengono trattenuti tra le arcate dentarie influenzando la crescita dei mascellari e consentendo un migliore rapporto di occlusione.
Tali apparecchi vengono utilizzati prevalentemente nei pazienti in crescita e consentono anche di guadagnare spazio per l’allineamento dei denti permanenti nelle fasi successive del trattamento. Vanno tenuti per il numero di ore prescritto dallo specialista e possono essere rimossi durante i pasti, consentendo una comoda masticazione ed un semplice mantenimento dell’igiene orale.
Terapia miofunzionale
Consiste nella correzione degli squilibri della muscolatura coinvolta nelle funzioni dell’apparato masticatorio. Nella maggior parte dei casi viene prescritta nei pazienti che hanno una deglutizione scorretta, cioè quei pazienti che non deglutiscono sollevando la lingua contro il palato. In questi pazienti la lingua viene invece spinta contro i denti dando origine ad una serie di conseguenze a carico degli elementi dentari come la perdita di contatto tra i denti in alcuni punti dell’arcata (morso aperto: più frequentemente nella zona anteriore, accompagnandosi dunque anche ad un inestetismo del sorriso), mobilità dentale e recessioni gengivali. La terapia mio funzionale ha la funzione di rieducare i muscoli ad un corretto movimento.
Terminate le fasi sopra descritte spesso risulta necessario finalizzare il trattamento con una terapia mirata esclusivamente allo spostamento dei denti attraverso l’ortodonzia propriamente detta. Lo specialista potrà consigliare quale metodica ortodontica sarà la più indicata al caso in oggetto e purtroppo non sempre è possibile scegliere tra l’una e l’altra metodica a piacimento, poiché ognuna di esse presenta vantaggi e svantaggi. In alcuni casi può essere anche necessario estrarre dei denti. Molto spesso vanno estratti i denti del giudizio.
Terapie ortodontiche:
- Ortodonzia fissa vestibolare con brackets metallici: si utilizzano dei gancetti ("stelline") incollati sui denti dal lato esterno.
- Ortodonzia fissa vestibolare con brackets estetici: i gancetti incollati sempre dal lato esterno sono di colore bianco, molto simile a quello dei denti.
- Ortodonzia fissa linguale: i gancetti sono incollati dal lato interno dei denti (dal lato del palato e della lingua) in modo da non essere visibili quando si parla, o si sorride. È una metodica molto moderna che prevede un’attenta pianificazione computerizzata e consente anche una previsualizzazione di ciò che potrebbe essere il risultato reale.
- Ortodonzia rimovibile con mascherine trasparenti: Per il trattamento di ben selezionate tipologie di disallineamento dentale, si possono utilizzare delle mascherine in plastica trasparente che seguono l’anatomia dentale e si incastrano rivestendo le arcate dentarie. Essendo trasparenti non si notano. Queste vanno tenute in sede giorno e notte e rimosse solo durante i pasti. Man mano che si ottengono gli spostamenti dentali si provvede a sostituire la mascherina utilizzata con una nuova ottenendo in maniera progressiva il movimento desiderato. Anche in questo caso viene realizzata una programmazione computerizzata del trattamento.
- Ortodonzia preprotesica: previa attenta programmazione del lavoro protesico di inserimento, sostituzione, rinforzo di uno o più elementi dentali, si realizzano spostamenti dentali che sono funzionali all’ottenimento di una maggiore armonia di posizione dei denti protesici.
- Ortodonzia prechirurgica: allineamento dentale che precede l’intervento chirurgico maxillofacciale di ripristino di un corretto rapporto delle ossa mascellari nei pazienti adulti e successiva rifinitura che segue l’intervento chirurgico per garantire un’adeguata coincidenza dentale.
Chiururgia e Implantologia
Per piccola chirurgia orale si intendono tutte quelle terapie chirurgiche limitate al cavo orale e che sono compatibili con la struttura ambulatoriale:
Estrazioni dentarie (denti e radici)
Nel nostro studio effettuiamo tutti i tipi di estrazioni dentarie e di radici ponendo particolare attenzione alle problematiche dolorose con uso di anestetici sia spray che iniettati, dopo verifica delle eventuali intolleranze.
Estrazione di denti del giudizio complessi
Nei tempi moderni, per cause legate allo sviluppo filogenetico del genere umano, sono poche le persone che possiedono lo spazio sufficiente per accogliere i denti del giudizio, definiti anche terzi molari o ottavi (che erompono di solito fra i 17 e 21 anni). In circa 9 persone su 10, almeno un dente del giudizio rimane coperto parzialmente o totalmente dalla gengiva e non trova quindi il suo spazio nel cavo orale, e può andare ad intaccare la corretta posizione e la salute degli altri denti o della bocca perché causa di ripetute infezioni.
Interventi di esposizione o avulsione di denti insclusi
Estrazione di terzo molare in inclusione ossea parziale o totale: è una procedura chirurgica che comporta l’esecuzione di lembo mucogengivale, osteotomia e/o odontotomia e sutura, finalizzata all’avulsione dalla sede alveolare di un terzo molare parzialmente o totalmente incluso nel tessuto osseo.
Germectomia: è una procedura chirurgica che comporta l’esecuzione di lembo mucogengivale, osteotomia, odontotomia e sutura, finalizzata all’asportazione del germe e relativi tessuti pericoronarici di un terzo molare.
Esposizione chirurgica di dente incluso a scopo ortodontico : è una procedura chirurgica finalizzata all’esposizione di una porzione coronale di elemento dentario incluso ed al posizionamento intraoperatorio di un ancoraggio ortodontico.
Incisione di ascessi
Gli ascessi dentali sono una raccolta circoscritta di pus in una cavità formatasi per distruzione di tessuti, delimitata da una membrana. In caso di presenza di un ascesso la gengiva si presenta arrossata e dolente alla pressione, la guancia si presenta spesso gonfia,il dente può presentare mobilità e si accusano dolori alla pressione masticatoria. Alcune volte si può avere la presenza di una fistola sulla gengiva , ovvero di uno sbocco all'esterno del processo infettivo da cui fuoriesce il materiale purulento. Uno degli interventi di piccola chirurgia orale eseguiti nel nostro studio è l' incisione degli ascessi dentali, la loro pulizia e sterilizzazione. Il risulato è di ridurre il gonfiore ed il dolore in tempi rapidi. È possibile affiancare una terapia antibiotica per bocca o parenterale (intramuscolo) nei casi di ascessi più gravi.
Estrazione di cisti
La cisti è un sacco membranoso contenente liquido, sostanza molle e gas.
Esistono varie tipi di cisti:
- cisti dentarie: formazioni cistiche che interessano un dente o i suoi tessuti di sostegno e possono determinarsi per errori di sviluppo dei tessuti deputati all'odontogenesi o per stimolo infiammatorio.
- cisti follicolari: formazioni cistiche caratterizzate dalla presenza di un dente la cui corona è contenuta nella cavità cistica mentre la radice ne è al di fuori ed in rapporto con l'osso circostante.
- cisti radicolari: sono cisti di origine infiammatoria che compaiono a livello della radice e sono originate da processi granulomatosi
- cisti residue: cisti radicolari isolate nel contesto osseo che residuano all'avulsione del dente con il quale erano in rapporto.
- cisti traumatiche: conseguenti ad un trauma o ferita.
Apicectomia
Per apicectomia si intende l'eliminazione chirurgica dell'apice del dente e della sua infezione apicale e la chiusura (otturazione retrograda) del canale aperto. Questo intervento é indicato in presenza di un granuloma, di un canale non pervio (non raggiungibile dagli strumenti canalari) e in quei casi in cui c'è ostruzione del canale naturale o artificiale (uno strumento canalare o un perno non rimovibile). Le apicectomie dei mono radicolati (incisivi e canini superiori o inferiori) sono le più semplici; una maggiore difficoltà presentano invece quelle sui molari, difficoltosa per il numero di canali (tre nei superiori e due negli inferiori) e sopratutto per la difficoltà di visualizzare il campo operativo.
Gengivectomia
La gengivectomia è l'escissione chirurgica della gengiva a livello dell'attacco per la creazione di una nuova gengiva marginale, che consiste nell’asportazione della parete molle della tasca gengivale per ottenere la guarigione del processo infiammatorio e un nuovo attacco epiteliale sul dente. Può essere completata con la gengivoplastica. Di fatto nei più gravi casi di perdita gengivale è possibile ridare al dente la gengiva aderente persa ricorrendo ad una specie di trapianto ovvero un innesto di gengiva prelevata dal palato.
Frenulectomia
Con il termine frenulectomia s'intende il riposizionamento o la rimozione chirurgica del frenulo. Questo intervento si esegue per facilitare la stabilità delle posizioni dentali una volta chiuso un diastema incisivo (cioè uno spazio interdentale eccessivo, non prodotto dalla caduta o dall'estrazione di un dente), se è presente un frenulo "tetto-labiale", o per alleviare la trazione esercitata verso il basso sulla lingua da un frenulo corto linguale. Quando il frenulo ha inserzione ampia ed è a composizione prevalentemente muscolare può essere indicata la frenulectomia; l'intervento si esegue in anestesia locale ed è necessaria una piccola sutura.
Innesti di osso sintetico
L'osso sintetico artificiale è l'HTR polimero che induce la crescita di nuovo osso. Gli innesti di osso sintetico si applicano là dove si vogliano riparare difetti parodontali e ossei, quando si desideri favorire un mantenimento di tessuto osseo, ed in quelle situazioni in cui si operi per ottenere un rialzo di cresta.
Implantologia
Per Implantologia si intende quella branca della medicina odontoiatrica che si occupa della sostituzione dei denti naturali mancanti mediante inserimento nell’osso di impianti in titanio, sui quali, avvenuta l’osteointegrazione (cioè la crescita di osso a stretto contatto con la superficie impiantare) vengono inseriti i nuovi denti artificiali.
Gli impianti dentali, quindi, sono “radici artificiali” in titanio che vengono posizionate nell'osso mascellare o mandibolare per sostituire le radici degli elementi dentali mancanti. Condizione necessaria per l’inserimento di un impianto è la presenza di un’adeguata quantità di osso che si può determinare con le tradizionali indagini radiografiche (radiografie endoralí, ortopantomografia) e con la tomografia computerizzata (TAC), che fornisce la rappresentazione precisa e tridimensionale della porzione di osso in esame.
Condizioni da valutare prima dell’impianto:
1. Il paziente non deve essere affetto da parodontopatia.
2. Un altro fattore importante da considerare è il fumo. Recentemente sono state pubblicate ricerche cliniche che dimostrano come il fumo abbia un effetto negativo a livello parodontale ed implantare abbassando la percentuale di successo dal 98% all’ 80% a 5 anni secondo i dati forniti dalle più recenti ricerche).
3. Altra condizione rilevante è che il paziente non sia affetto da patologie sistemiche (malattie che coinvolgono tutto l'organismo quali il diabete, malattie dei sangue etc.).
4. Infine, si ritiene idoneo all'implantologia esclusivamente il paziente in grado di mantenere una scrupolosa igiene orale domiciliare.
Non esiste la possibilità di rigetto, perché il titanio è un materiale assolutamente biocompatibile in quanto del tutto inerte dal punto di vista biologico, ma esiste, invece, la possibilità di "fallimento impiantare" che può verificarsi immediatamente oppure a medio-lungo termine.
Il fallimento immediato (mancata osteointegrazione prima della fase protesica) è un'evenienza estremamenten rara: dalla nostra esperienza e dai dati pubblicati in letteratura gli insuccessì immediati rappresentano l’ 1% - 2% dei casi.
Il fallimento a medio-lungo termine è invece causato da un non corretto mantenimento dell'impianto: è pertanto fondamentale che il paziente si sottoponga a controlli periodici e che curi scrupolosamente la propria igiene orale.
Durante la fase di mantenimento parodontale ed implantare che si articola in alcuni richiami nell'arco dell'anno, il paziente oltre alle normali procedure, di igiene professionale verrà sottoposto ad uno scrupoloso controllo clinico degli impianti ed una volta all'anno, ad un controllo radiografico.
Vantaggi di una protesi su impianti
Nel caso della sostituzione di uno o pochi elementi dentali, i principali vantaggi rispetto ad un ponte tradizionale sono:
- il mantenimento dell'integrità dei denti vicino allo spazio dove mancano i denti stessi;
- il mantenimento dell'osso alveolare in corrispondenza degli elementi sostituiti da impianti, che andrebbe altrimenti incontro a riassorbimento. L'impianto, infatti, stimola e preserva l'osso come fa la radice del dente naturale;
- il ripristino della capacità masticatoria, che diventa uguale a quella dei denti naturali, con conseguenti benefici nutrizionali e digestivi;
- il mantenimento delle normali funzioni muscolari facciali, con recupero di un aspetto più giovanile e naturale dei viso;
- l'arresto del processo di riassorbimento dell'osso mandibolare o mascellare conseguente alla perdita dei denti ed all'eventuale uso di protesi mobili;
- la scomparsa di infiammazioni gengivali e di dolore correlato all'instabilità delle protesi;
- la riconquista della fiducia in se stessi, della sicurezza nel parlare e nel sorridere.
I vantaggi a cui andrete incontro vi permetteranno di migliorare la qualità di vita, l'aspetto estetico ed in senso lato la vostra salute generale.
Parodontologia e Igiene
Parodontologia
La parodontologia si occupa della salute delle gengive e delle strutture di sostegno del dente ad esse strettamente collegate (ossia il parodonto o tessuto parodontale, costituito da osso alveolare, legamento parodontale, cemento e gengiva), che mantengono il dente solidale con il tessuto osseo mentre contribuiscono a preservare l'integrità dei tessuti coinvolti nella masticazione. Oggetto della parodontologia è dunque la salute dei tessuti molli (gengiva, legamento parodontale e fibromucosa masticatoria periimplantare) e dei tessuti duri (cemento radicolare, osso alveolare e basale) che assicurano la stabilità del dente nell’arcata alveolare.
Scopo principale della parodontologia è la prevenzione delle malattie parodontali e periimplantari che, facilmente curabili nelle prime fasi, se trascurate possono facilmente degenerare nella più nota e temuta piorrea, malattia parodontale che porta al sanguinamento gengivale e alla progressiva perdita dei denti. Dal punto di vista eziologico, la malattia parodontale può essere definita una malattia infettiva multifattoriale sitospecifica, in quanto causata da batteri (infettiva), potenziata e aggravata da una concomitanza di cause diverse (multifattoriale) e in grado di colpire in modo diverso ogni dente ed ogni sua zona (sitospecifica), tanto da rendere necessaria una accurata diagnosi dente per dente.
Strettamente legate allo stile di vita e a fattori di predisposizione genetica, le malattie parodontali e periimplantari sono sostenute da proliferazione batterica, ma il loro decorso e la loro gravità possono essere influenzati da numerosi fattori locali e sistemici. In altri termini, la malattia parodontale è una patologia infiammatoria cronica indotta dai batteri presenti nella placca, la cui velocità di progressione dipende sia dalla qualità e quantità di placca e tartaro (igiene scorretta e/o insufficiente), sia dalla presenza di fattori aggravanti e predisponenti, quali presenza di infezioni o malattie che debilitano l’organismo (diabete, immunodeficienze, leucemie, ecc.), predisposizione genetica o anatomica, abitudini viziate o stili di vita poco salutari (fumo, alimentazione scorretta, stress ecc.).
Spesso la gengivite rappresenta la forma d'esordio della malattia parodontale: è fondamentale non trascurare i primi sintomi di gengivite, in quanto, se nello stadio iniziale rappresenta una condizione perfettamente curabile e reversibile; l’evoluzione e cronicizzazione invece in parodontite presenta conseguenze molto più difficilmente reversibili. Uno dei primi sintomi dell’insorgere della malattia parodontale è il sanguinamento gengivale. Se si interviene in questa fase, recandosi immediatamente dal dentista, può essere sufficiente una seduta di igiene orale o tutt’al più un courettage gengivale (trattamento consistente in pulizia profonda effettuata a livello sottogengivale con strumenti manuali detti appunto courettes).
Se invece non si interviene immediatamente per interrompere il progredire della malattia, potrebbero cominciano a comparire le prime tasche gengivali. Una fase successiva al sanguinamento e alla comparsa di tasche gengivali nella malattia parodontale sono le recessioni gengivali. Anch’esse oggetto delle cure parodontali, possono essere curate con interventi chirurgici possono essere resettivi (con rimodellamento osseo e plastica gengivale) o rigenerativi: in questo caso é possibile ottenere la rigenerazione dei tessuti parodontali (gengiva ed osso) grazie all'ausilio di biomateriali e/o membrane. La scelta della tecnica chirurgica adeguata dipende da diversi fattori tra i quali la gravità (evoluzione e stadio) della malattia, la tipologia del riassorbimento osseo, la sede in cui la malattia si manifesta, la capacità di collaborazione del paziente
Grazie alle tecniche d'avanguardia e ad un corretto monitoraggio nel tempo dei pazienti, anche gravi compromissioni parodontali, con riassorbimenti ossei pari al 60-70% , permettono il mantenimento in sede dell'elemento dentario.
Naturalmente, quando la gravità della paradontite non consente più il mantenimento in sede degli elementi dentari (perché troppo compromessi nella loro stabilità), é possibile sostituire gli stessi ricorrendo ad adeguati interventi di implantologia.
Radiografie endorali digitali
La radiologia in uno studio odontoiatrico moderno, costituisce un supporto estremamente importante, sia per aiutare il clinico per la diagnosi di lesioni clinicamente non manifeste che per la programmazione e il controllo dei trattamenti in atto.La sua importanza è andata continuamente aumentando nel corso degli anni, a causa della presenza sul mercato di apparecchiature computerizzate e con tecnologie all’avanguardia in grado di dare referti radiografici digitali di altissima qualità.
Non sempre l’ortopantomografia è sufficiente per arrivare a una diagnosi definitiva. Per questo può essere utile una radiografia endorale, cioè una piccola radiografia fatta con l’apparecchio radiografico del dentista, che permette di visualizzare al massimo tre o quattro denti.
Se realizzate con appositi centratori ( tecnica parallela ) e con cono lungo ci permettono di valutare l’esatta altezza ossea, l’eventuale distanza dal nervo alveolare inferiore o dal seno mascellare alla cresta alveolare o da eventuali strumenti di riferimento, inoltre il decorso e la prossimità dei denti limitrofi.Con questo metodo le radiografie endorali hanno un rapporto dimensinale 1:1
La radiografia endorale è utile in fase intraoperatoria e viene utilizzata per evitare danni a strutture anatomiche vicine, come le radici dentarie o il canale mandibolare..
Essa è indispensabile quando si fa una terapia canalare, per conoscere il numero e la forma delle radici e per misurare con precisione la lunghezza dei canali. Inoltre, quando si comincia una terapia parodontale, è utile avere delle radiografie endorali di tutti i denti, per valutare la quantità di osso che si è persa e la forma delle tasche intraossee.
Igiene
Prevenzione
La medicina ricorre ampiamente ai metodi preventivi e l’odontoiatria, da molti anni, ha riconosciuto la prevenzione come sua parte integrante. L’attenzione è oggi posta sull’importanza dell’igiene orale, per evitare, attraverso interventi mirati, tanto i piccoli inconvenienti quanto le complicazioni più serie.
È utile ricordare alcuni semplici ma importanti accorgimenti.
Innanzitutto, al fine di mantenere una corretta igiene orale, è opportuno eseguire una pulizia quotidiana con lo spazzolino da denti, almeno tre volte al giorno, per la durata di 2-3 minuti ogni volta e sostituire lo spazzolino in media ogni 2-3 mesi. Un corretto utilizzo del filo interdentale e degli scovolini, in funzione della morfologia dentale e degli spazi interdentali, garantisce poi una precisa rimozione meccanica della placca batterica negli spazi interdentali.
Se la costanza dell’igiene personale è necessaria, non è tuttavia sufficiente. È infatti indispensabile l’aiuto di specialistiche e professionali sedute per ridurre il rischio di formazione delle carie, per mantenere la salute dei denti e per evitare l’insorgere della piorrea, che inizialmente si manifesta attraverso l’arrossamento e il sanguinamento gengivale.
In gravidanza la prevenzione deve essere ancora più accurata ed attenta. Le modifiche del cavo orale e della secrezione salivare, che caratterizzano questo periodo, vanno monitorate e adeguatamente gestite onde evitare potenziali danni anche al nascituro.
Per quanto concerne la prevenzione delle malattie più gravi, come i tumori del cavo orale, bisogna invece sapere che una scarsa igiene orale, unita alla presenza di otturazioni incongrue o rotte e di protesi irregolari costituisce un rischio per i tessuti molli, poiché porta ad irritazioni che, se trascurate e perduranti, possono evolvere in lesioni tumorali.
Dalla gravidanza all’infanzia, fino all’età adulta, l’azione preventiva è perciò necessaria. Lo Studio Dentistico della Dott.ssa Cristina Lionti è disponibile per consigli sulla prevenzione di carie e di malattie del cavo orale. Si consiglia una visita odontoiatrica ogni sei mesi, così sarà possibile effettuare un controllo approfondito ed individuare potenziali problemi, che se curati per tempo avranno un decorso favorevole.
Trattamenti:
Igiene orale professionale (IOP)
L’igiene dentale è la branca dell’odontoiatria che si occupa della prevenzione di tutte le patologie del cavo orale mediante terapie e trattamenti quali: detartrasi, diagnosi di igiene dentale, istruzione e prescrizione di fluoro e presidi di igiene domiciliare. È praticata dall’odontoiatra o dall’igienista dentale.
Le manovre di IOP sono diverse:
1. ablazione tartaro: rimozione del tartaro sopra-gengivale;
2. polish: lucidatura delle superfici dentarie mediante pasta da profilassi;
3. levigatura radicolare: rimozione del tartaro sub-gengivale a livello delle tasche parodontali, previa anestesia locale;
4. levigatura radicolare a cielo aperto: analoga alla precedente previo scostamento della gengiva dei piani ossei sottostanti.
Le visite di igiene costituiscono la chiave per prevenire patologie della cavità orale, e quindi terapie.
Sbiancamento
Un bel sorriso è un’ottima presentazione di sé ed è fonte di autostima e sicurezza. Possedere denti bianchi e dall’aspetto luminoso è un desiderio sempre più diffuso, motivo che spinge molti pazienti a richiedere interventi di sbiancamento professionale.
Il colore dei denti è un dato variabile e molto personale che dipende da fattori genetici, dallo stato di salute generale, da abitudini di vita e alimentari. Il fumo, il consumo regolare di alimenti quali thé o caffè, possono pigmentare lo smalto dei denti rendendolo più scuro e meno brillante. Anche l’età e gli interventi di devitalizzazione possono contribuire alla maggiore pigmentazione dei denti. La naturale translucenza dello smalto infatti, rende visibile il progressivo ispessimento della dentina, per apposizione continua nella camera interna presente nella corona dei dent,. Ciò fa sì che con l’invecchiamento i denti si scuriscano e perdano la loro originaria brillantezza. Anche i materiali di otturazione presenti nei tubuli dei denti devitalizzati contribuiscono a spegnere la luminosità del sorriso.
La soluzione a questo problema è un intervento di sbiancamento dentale, di cui possiamo trovare molteplici tipologie.
I metodi di sbiancamento dei denti oggi disponibili si dividono in:
- Sbiancamento interno solo per i denti devitalizzati
Denti con polpa non vitale e denti che hanno subito un trattamento radicolare (cura canalare o devitalizzazione) hanno la tendenza a ingiallirsi, e dopo alcuni anni diventano scuri (marroni) a causa della degradazione della polpa, influendo negativamente sull'estetica. In questo caso può essere d'aiuto lo sbiancamento interno, che si effettua aprendo il dente devitalizzato (dalla parte palatale o linguale, quindi non visibile) e applicando un'agente sbiancante speciale. Successivamente l'apertura viene chiusa con un'otturazione provvisoria. Questo procedimento impiega circa 10 minuti e viene ripetuto più volte a distanza di una settimana, fino a quando si ottiene il grado di sbiancamento idoneo. Infine si chiude definitivamente l’apertura posteriore con una otturazione bianca in composito. Per lo sbiancamento di denti devitalizzati si utilizzano sia perossido di idrogeno che perossido di carbammide in varie concentrazioni e in base alle esigenze di trattamento.
- Sbiancamento esterno dei denti vitali (polpa viva) che può essere effettuato in diversi metodi:
- Sbiancamento professionale: Dopo un’adeguata protezione delle gengive, sulla superficie dentale del paziente viene applicato un gel contenente perossido di idrogeno, in concentrazione media pari al 35-40% e lo si lascia agire per circa 45 minuti . Il potenziale sbiancante del gel può agire per auto-attivazione oppure foto-attivazione per mezzo del laser o di speciali lampade alogene o al plasma, essendo la luce un elemento catalizzatore in grado di coadiuvare il processo. Il perossido penetra all’interno dello smalto dentale (che ha un struttura prismatica in grado di “aprirsi” per assorbire le sostanze sbiancanti) senza minimamente intaccarne l’integrità. La minore o maggiore concentrazione del principio attivo e la durata consentono di ottenere una diversa intensità del risultato.
- Sbiancamento domiciliare: In un primo momento, il dentista rileva due impronte delle arcate dentarie del paziente, con cui il laboratorio odontotecnico potrà confezionare due mascherine trasparenti che andranno a calzare perfettamente sulle arcate. La particolarità di queste mascherine consiste nella presenza sulla superficie esterna di serbatoi che saranno utili per contenere il gel sbiancante. A questo punto l’odontoiatra mostra al paziente come posizionare il gel sulle mascherine e come indossarle. Il paziente dovrà portare queste mascherine dalle 4 alle 8 ore, tutti i giorni per circa due settimane. La durata di applicazione giornaliera e la durata del trattamento dipendono dalla concentrazione del prodotto utilizzato (perossido di carbammide dal 10% al 16%) .
- Metodi di sbiancamento "fai da te": Esiste un’ampia casistica di rimedi di sbiancamento fai da te, molti dei quali inutili o addirittura altamente pericolosi per la salute dello smalto e delle gengive. In commercio si possono trovare altrettanti metodi per lo sbiancamento dentale domiciliare. Si tratta di sistemi più sicuri poiché più controllati, ma spesso deludono le aspettative degli acquirenti: possiedono infatti principi attivi meno concentrati rispetto a quelli professionali e non vengono applicati su denti perfettamente puliti e asciutti, come avviene invece in sede clinica. Inoltre, la mancanza di supervisione del medico odontoiatra, non esclude spiacevoli effetti collaterali in pazienti con problemi orali (presenza di carie, otturazioni obsolete, recessione gengivale…).
L’intervento di sbiancamento professionale è l’unico in grado di coniugare sicurezza e risultato, permettendo di ottenere un sorriso più luminoso e salvaguardare il benessere di denti e gengive.
Convenzioni e Personalizzazioni
Servizi dello studio:
- Odontoiatria Conservativa ed Estetica
- Endodonzia
- Implantologia e Chirurgia Orale
- Protesi Fissa e Mobile
- Ortodonzia e Gnatologia
- Analisi Cefalometrica, Previsione di crescita e VTO
- Ortodonzia Linguale ed Estetica
- Ortopedia Maxillo-Facciale
- Pedodonzia, Sigillatura solchi occlusali, Fluoroprofilassi
- Parodontologia
- Prevenzione, igiene orale e Sbiancamento.
Inoltre lo studio è convenzionato con:
- Scontistica speciale per gli appartenenti alle FORZE DELL'ORDINE.
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